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martedì 19 novembre 2013

Pubblica amministrazione, i dirigenti italiani i più pagati al mondo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/17/pubblica-amministrazione-i-dirigenti-italiani-i-piu-pagati-al-mondo-secondo-i-dati-ocse/780691/

Pubblica amministrazione, i dirigenti italiani i più pagati al mondo

Stipendio annuo da 650mila dollari (482mila euro), più del doppio dei francesi e dei tedeschi. La dirigenza di seconda fascia invece risulta "sottopagata" rispetto agli altri paesi. Il totale dei dipendenti pubblici ha una incidenza inferiore sul totale degli occupati il 13,7 per cento contro il 15,5. Per tutti gli altri redditi: i dipendenti guadagnano di più degli imprenditori

Tanto la struttura dei redditi italiani quanto il modello adottato dalla sua Pubblica amministrazione sono preoccupanti: quest’ultima, come vedremo, ha scelto una struttura che premia con stipendi assolutamente fuori scala i suoi dirigenti di prima e seconda fascia, mentre sottopaga tutti gli altri (con una sorpresa sul peso reale del settore pubblico sul totale degli occupati); i guadagni degli italiani, invece, mostrano ancora una volta come il sistema fiscale sia in sostanza basato sul lavoro dipendente, lasciando intravvedere dietro di sé l’evasione o l’elusione fiscale che finisce per falsare le politiche fiscali che vorrebbero influire sulla struttura dei redditi.
I grand commis. Quelli italiani sono davvero “grand”, almeno a stare al rapporto “Government at a Glance” dell’Ocse reso noto ieri. Ne risulta che i dirigenti di prima fascia dei sei ministeri presi in esame (Economia, Interni, Giustizia, Istruzione, Salute e Ambiente) nel 2011 guadagnavano in media 650 mila dollari all’anno, vale a dire 482 mila euro al cambio di ieri: più di chiunque altro nel mondo in posizioni analoghe e quasi tre volte più della media dei 34 paesi Ocse, che si ferma alla miseria di 232 mila dollari (172 mila euro circa).
Si potrebbe obiettare: una media può essere ingannevole. Anche i confronti diretti, però, dicono la stessa cosa: al secondo posto, per dire, si piazzano i neozelandesi, ma coi loro 397 mila dollari l’anno sono assai staccati dai nostri. Tutti gli altri sono a distanze siderali: in Gran Bretagna i dirigenti di prima fascia guadagnano 348 mila dollari l’anno, negli Stati Uniti 275 mila, in Francia 260 mila dollari, in Germania 231 mila. Non vale, ha protestato il governo: la situazione non è più la stessa perché Mario Monti ha introdotto il tetto sulle retribuzioni che oggi non possono superare, tutto compreso, i 302 mila euro l’anno. Vero, anche se resta comunque lo stipendio più alto del mondo, visto che si traduce in 408 mila dollari. Anche i dirigenti italiani di seconda fascia se la passano bene: 176 mila dollari l’anno (130 mila euro e spiccioli) contro i 126 mila della media Ocse. Non sono però i più pagati : vincono gli statunitensi con 250 mila dollari e leggermente più dei nostri guadagnano anche i loro omologhi di Olanda, Belgio e Francia.
I travet. La sorpresa è che dopo la dirigenza di seconda fascia, c’è il tracollo. Persino i funzionari, gente che dirige uffici anche assai delicati, risulta sottopagata rispetto alla media dell’organizzazione parigina: 69 mila dollari l’anno (51.100 euro) contro 90 mila. Anche qui dominano gli Usa con 160 mila dollari l’anno e oltre i 100 mila guadagnano pure i funzionari di Belgio, Danimarca, Olanda e Spagna.
Una piccola sorpresa finale. Il totale dei dipendenti pubblici in Italia ha una incidenza inferiore sul totale degli occupati rispetto alla media Ocse: il 13,7 per cento contro il 15,5. Nei paesi scandinavi, per dire, “gli statali” sono circa il 30 per cento degli occupati, in Francia superano il 20 e in Gran Bretagna sono il 18. Pure gli Stati Uniti ci superano: ogni 100 occupati in 15 lavorano nella P.A.
Lavoratori e dipendenti. Tradizionale, ma sempre interessante, è invece l’analisi dei redditi italiani del 2011 pubblicata dal ministero dell’Economia: ne emerge che “i soggetti con reddito da lavoro dipendente prevalente (oltre 20,1 milioni) dichiarano un reddito medio di 20.680 euro”. Di contro , “i soggetti con reddito d’impresa prevalente sono circa 1,5 milioni (89 per cento di coloro che dichiarano reddito d’impresa), per un valore medio di 20.469 euro”. 
Insomma, a stare ai dati ufficiali conviene lavorare in un’impresa piuttosto che possederla. Peggio di tutti va ai pensionati: l’assegno medio è di 15.790 euro l’anno. Gli artigiani di Mestre però, vale a dire la famosa Cgia, protestano: dati “distorti e tendenziosi”. Sostiene il presidente Giuseppe Bortolussi che “giudici, manager e professori universitari” falsano la media innalzandola e che invece nelle Pmi, che sono “il 99 per cento delle aziende italiane”, gli imprenditori guadagnano “il 30-40 per cento” più dei dipendenti. Vale a dire che la media di chi fa impresa è sempre 20 mila e spiccioli, sono i “veri dipendenti” che guadagnano – secondo Bortolussi – 12-14 mila euro all’anno in media. Forse sarebbe un numero da tenere nascosto.
Dal Fatto Quotidiano del 15 novembre 2013

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